Giorgio Morandi
Natura morta, 1950
olio su tela
30,6 x 40,6 cm
firma in basso a sinistra Morandi
L’opera appartiene a una serie di dipinti eseguiti nel 1950, imperniati sulla riproposizione del medesimo nucleo di oggetti in cui domina la presenza del grande vaso rosso in secondo piano e, sulla destra, della caratteristica bottiglia rosa dal collo inclinato.
Una di queste tele (Vitali n. 744) entrò nella collezione di Charles Zadok, general manager dei grandi magazzini Gimbels Brothers a Milwaukee e noto collezionista di arte moderna.
Un’altra è tuttora conservata alla Galleria d’Arte Moderna di Torino, acquistata dalla Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris (Vitali n. 746).
Giorgio Morandi
Natura morta, 1950
olio su tela, 35,5 x 42,5 cm (Vitali n. 746)
Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
acquisto della Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris
Un ulteriore dipinto (Vitali n. 745), appartenuto a Carlo Ludovico Ragghianti, studioso italiano autore di importanti approfondimenti sull’arte italiana, fu aggiudicato all’asta Thinking Italian, Christie’s, Londra, 4 ottobre 2018,
a £ 1,328,750. Il dipinto dimostra l’attenzione di Morandi per i minimi dettagli di una composizione, che pur nella riproposizione di un soggetto apparentemente identico conduce, tra la fine degli anni Quaranta e l'inizio degli anni Cinquanta, a minime variazioni di tono, illuminazione e disposizione degli oggetti, che portano a modificare la percezione visiva degli oggetti che sfilano davanti al suo sguardo.
Giorgio Morandi
Natura morta, 1950
olio su tela, 35,6 x 45,4 cm (Vitali n. 745)
già collezione Carlo Ludovico Ragghianti
asta Christie’s, Londra, 4 ottobre 2018
aggiudicata a £ 1.328.750
Nella Natura morta del 1950 acquistata nel 1957 dalla Philllips Collection di Washington D.C. ritornano in parte i medesimi oggetti. In quell’anno la Phillips Collection fu il primo museo americano a proporre un’esposizione personale di Giorgio Morandi.
Nel 1957 in un’intervista alla radio per gli italiani residenti in America Morandi disse: “Il grande libro della natura è scritto in linguaggio matematico. I suoi caratteri sono i triangoli, i cerchi e altre figure geometriche… Niente è più astratto della realtà”.
Giorgio Morandi
Natura morta, 1950
olio su tela, 36 x 47 cm (Vitali n. 747)
già World House Galleries, New York
The Phillips Collection, Washington, D.C.
A cavallo fra anni Quaranta e Cinquanta l’attenzione di Morandi si concentra sempre più su pochi temi. L’oggetto diventa per l’artista un tramite, un pretesto per esplorare le più profonde ragioni della pittura.
Nella ricerca morandiana di questi anni la connotazione spaziale si essenzializza. Il piano di posa degli oggetti coincide con la linea infinita dell’orizzonte. Ciò trasforma lo spazio in un’entità sempre più indefinita e mentale. Ne sono esempio alcuni disegni del 1949 in cui ritornano i medesimi oggetti, presenti anche nella Natura morta del 1950 qui in oggetto.
Dopo un primo passaggio presso la storica Galleria del Milione, la Natura morta del 1950 qui in oggetto venne acquisita dalla Galleria La Bussola di Torino. Al retro, sul telaio in alto al centro, figurano il timbro della galleria torinese, la firma di Luigi Carluccio, la data “31 gennaio 1953” e il numero di inventario 10476. Carluccio, tra i più autorevoli critici d’arte italiana, dopo aver diretto la Galleria La Bussola dal 1947 al 1955, curò alcune mostre memorabili tenutesi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, tra cui Le Muse Inquietanti. Maestri del Surrealismo (1967) e Il cavaliere azzurro (1971). Nel 1979 fu nominato Direttore del Settore Arti Visive della Biennale di Venezia, e successivamente della Biennale di San Paolo del Brasile.
retro dell’opera con dettaglio del timbro Galleria “La Bussola” e la firma di Luigi Carluccio