Fu un desiderio di pormi di fronte al colore, come verità della pittura; tutto il bianco-nero era stato una radicalizzazione; volli trovare un colore che fosse così radicale come il bianco-nero.
Integrazione rosso nero, 1958-60 caseina su tela 130 x 195 cm
Dagli anni ’50 in poi la cifra stilistica di Carla Accardi diviene sempre più fluida e automatica; la scrittura segnica si amplia, si dilata e si impone una riduzione cromatica dove il gesto espressionistico non esiste, poiché l’io è da lei tenuto lontano. La tabula rasa sa di auto-determinazione (femminile e femminista) e di affermazione. Integrazione rosso nero del 1958-1960 è tra le opere più significative del periodo. Figura nella selezione di dipinti esposti nella personale in corso dal 23 maggio 1961 alla Parma Gallery a New York, introdotta in catalogo da Lionello Venturi. La mostra viene recensita da Brian O’ Doherty sul New York Times del 30 giugno.
Non sopporto la ripetizione di cifre che non mantengono tensione, mentre amo la ripetizione come recupero.
Carla Accardi alla XXXII Biennale di Venezia del 1964 con Gastone Novelli, Robert Rauschenberg, Michele Cascella e Giuseppe Santomaso
La consacrazione avviene nel 1964 con la sala personale alla Biennale di Venezia, dove Integrazione rosso nero è tra le dieci tele esposte. A presentarla in catalogo è Carla Lonzi, scrittrice e critica d'arte italiana, impegnata nel movimento femminista sorto negli anni ’50. “Alla ‘durata’ istantanea e aggrovigliata di Pollock, la Accardi contrappone l’esperienza ordinatrice della successione temporale. I segni, a lungo sperimentati in una specie di monomania grafica… appaiono oggi semplificati e raggruppati secondo un inventario che corrisponde a una strutturazione statistica immediata dell’artista”. Il sodalizio tra la Accardi e la Lonzi sarà nel segno del pionierismo femminista grazie all’impegno in “Rivolta Femminile” e alla comune riflessione sui concetti di eterotopia e alterità rispetto a un mondo declinato al maschile.
Pieghevole della mostra Accardi 1955-1964, organizzata alla Galerie Stadler di Parigi, dal 16 marzo al 17 aprile 1965.
Carla Accardi, Giulio Paolini e Luciano Fabbro fotografati da Anna Piva mentre mimano le rispettive opere nel 1965.
L’attenzione che Michel Tapié rivolge all’opera di Accardi contribuisce a rinsaldare i rapporti con il contesto internazionale, portandola a esporre i suoi bianchi su neri in importanti mostre personali e collettive tenutesi nelle maggiori gallerie d’avanguardia a Parigi, Roma, Osaka, Pittsburgh, Tokyo, Düsseldorf e Londra. La personale del 1965 alla Galerie Stadler di Parigi, spazio espositivo intorno a cui gravitano gli artisti seguiti da Tapié, segna una delle tappe importanti nel percorso espositivo della Accardi.
Si dividono invano del 2006 è un dipinto di grande formato di analoga struttura compositiva, sebbene cronologicamente più tardo, presente nella Collezione Farnesina, la ricca raccolta di opere d'arte di altissimo profilo, istituita nel 2001 dal Ministero degli Esteri italiano. Tra gli autori rappresentati sono Afro, Burri, Dorazio, Sanfilippo, Vedova.
La foto si riferisce all’esposizione organizzata nel 2012, raffigurante il dipinto all’interno della Farnesina; all’epoca negli uffici, nelle sale riservate al Ministro e nei saloni di rappresentanza furono dislocati dipinti e sculture in dialogo serrato con arredi antichi e oggetti di design contemporaneo.