Valerio Adami | Biografia, Opere, Esposizioni

Valerio Adami nasce a Bologna il 17 marzo 1935.
Compiuti gli studi scientifici a Milano, dove nel frattempo la famiglia si è trasferita, decide di dedicarsi alla pittura entrando nell’atelier di Felice Carena a Venezia, cui segue l’incontro nel 1951 con Oskar Kokoschka, quindi la formazione all’Accademia di Brera con Achille Funi.
Nel 1952, dopo il suo primo soggiorno a Parigi dove dipinge Bambine in seggiolino e L’asino d’Empoli, si trasferisce a Londra e, su invito di Roland Penrose, espone all’Institute of Contemporary Arts.
Nel 1962 sposa Camilla, con cui si stabilisce ad Arona, sul Lago Maggiore. Invitato a Documenta III a Kassel da Werner Haftmann nel 1964, l’anno seguente figura nella mostra dal titolo I massacri privati, Gli omosessuali-Privacy e Le stanze a canocchiale, tenutasi a Milano, città dove nel 1966 presenta Immagini con associazioni alla Galleria Schwarz e allo Studio Marconi. A questo periodo risale il suo incontro con Ezra Pound a Venezia, quindi il suo trasferimento a New York, dove alloggia al Chelsea Hotel: nascono qui le grandi tele dedicate alle stanze dell’albergo, alle latrine, agli omosessuali.
“Toilettes, hotel, massacri privati”, come scrive Adami, “sono modi di vivere, l’altro sistema nervoso di quando esco con la macchina fotografica”.
Il 1968 è l’anno di alcuni importanti appuntamenti espositivi, come la Biennale di Venezia, in cui figura con una sala personale, e le rassegne tenutesi al’Institute of Contemporary Art di Boston e al Jewish Museum di New York.
Nel 1969 con lo scrittore Carlos Fuentes, autore dello scritto Lineas para Adami redatto l’anno prima, soggiorna in Messico e in Venezuale, a Caracas, dove il Museo de Bellas Artes ospita una sua personale.
Nel 1970 espone a Parigi alla Galerie Maeght, che da allora diviene la principale referente per la sua opera, e il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris gli dedica una grande mostra, in seguito trasferita a Ulm. Il lungometraggio da lui realizzato nel 1971, Vacanze nel deserto, viene premiato al Festival di Tolone.

Continue reading “Valerio Adami | Biografia, Opere, Esposizioni”

Giacomo Balla | Biografia, Opere, Esposizioni

Giacomo Balla nasce a Torino nel 1871. Intorno al 1891 frequenta per alcuni mesi l’Accademia Albertina sino al 1895, quando si trasferisce con la madre a Roma, dove stringe amicizia con Duilio Cambellotti e Serafino Macchiati. Si avvicina al Divisionismo in chiave sociale di Morbelli e Pellizza, interessandosi inoltre al mondo degli emarginati e partecipando all’attività della Scuola della Campagna Romana di Giovanni Cena. Trascorsi sette mesi a Parigi, nel 1900, rientrerà a Roma. Il suo studio in via Porpora a Roma è frequentato da Severini e Boccioni. Nel 1903 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia e nel 1909 espone al Salon d’Automne a Parigi, e al Salone di Odessa.

Nel 1910 con Boccioni, Carrà, Russolo e Severini sottoscrive il Manifesto dei pittori futuristi e La pittura futurista – Manifesto tecnico. Nel 1910 e 1912 partecipa all’Esposizione Internazionale di Buenos Aires. Fra il 1911 e il 1912, Balla approfondisce il tema del movimento, in opere come Bambina che corre sul balcone (Civica Galleria d’Arte Moderna, Milano), Dinamismo di un cane al guinzaglio (collezione Goodyear, Buffalo); Velocità d’automobile (Museum of Modern Art, New York).

Nel ciclo delle Compenetrazioni iridescenti (1912-14), lo studio della funzione dinamica della scomposizione della luce è reso attraverso composizioni astratte basate su innesti di forme triangolari. Nel 1912, anno in cui decora la casa dei Lowenstein a Düsseldorf, partecipa alle mostre del gruppo futurista a Roma, Rotterdam, Berlino e Firenze. Nel 1913 mette all’asta tutte le sue opere figurative annunciando: “Balla è morto. Qui si vendono le opere del fu Balla”. Nel 1914 inizia a comporre “parolibere” e partecipa all’attività interventista del gruppo futurista. Pubblica il manifesto Il Vestito Antineutrale.

Nel 1915 è arrestato insieme a Marinetti. Assieme a Depero pubblica il manifesto Ricostruzione futurista dell’Universo accogliendo il suggerimento di Marinetti dell’opera d’arte come “presenza”, “oggetto” e “azione”. Inizia così un periodo di ricerche plastiche con materiali diversi (Linea di velocità + paesaggio, rilievo in bronzo, 1914). Sempre nel 1915 tiene un’importante mostra personale alla sala Angelelli a Roma. Nel 1916 sottoscrive con Marinetti, Corra, Settimelli e Ginna il Manifesto della cinematografia futurista. Collabora al periodico futurista fiorentino “L’Italia futurista” ed è impegnato nelle vesti di autore e attore nel film Vita futurista. Nel 1917 realizza al Teatro Costanzi a Roma, per i balletti russi di Diaghilev, la scenografia luminosa cinetica di Feu d’artifice di Strawinskij. Nel 1918 tiene una personale alla Casa d’Arte Bragaglia, a Roma, e pubblica nel catalogo il Manifesto del colore. Nel 1919 partecipa alla Grande Esposizione Nazionale Futurista alla Galleria Centrale in Palazzo Cova, a Milano. Nel 1920 entra nella direzione del periodico “Roma Futurista”.

Continue reading “Giacomo Balla | Biografia, Opere, Esposizioni”

Afro Basaldella: Biografia, Opere, Esposizioni

Afro Basaldella nasce a Udine nel 1912, terzogenito dopo Dino e Mirko Basaldella. Dal 1926 frequenta il Liceo Artistico di Venezia, diplomandosi nel 1931. Nel 1929 ottiene la borsa di studio della Fondazione Marangoni di Udine, con cui può recarsi a Roma con il fratello Mirko, dove entra in contatto con Cagli, Scipione e Mafai.

Nel 1932 si sposta a Milano, esponendo l’anno successivo alla Galleria del Milione, per raggiungere il fratello Mirko, divenuto nel frattempo allievo di Arturo Martini. Nel capoluogo lombardo ha la possibilità di conoscere artisti italiani dell’epoca, come Birolli, Ennio Morlotti e lo stesso Arturo Martini.
Presente alla seconda Quadriennale romana nel 1935, due anni dopo, nel 1937, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria della Cometa a Roma. Del 1948 la personale alla Galleria dell’Obelisco, sempre a Roma.

Nel 1950 Afro soggiorna per otto mesi a New York, dove inizia una collaborazione ventennale con la Catherine Viviano Gallery. Abbandonata la fase neocubista, matura una personale cifra astratta.

È tra gli artisti presenti nella mostra The New Decade: 22 European Painters and Sculptors, itinerante in numerose città degli Stati Uniti. I suoi lavori figurano alla prima edizione di Documenta a Kassel. Intorno alla metà degli anni ‘50 Afro è già noto nel contesto internazionale; la sua fama è consacrata anche in Italia quando, nel 1955, entra a far parte della commissione per gli inviti della VII Quadriennale di Roma e l’anno successivo, nel 1956, ottiene il premio come migliore artista italiano alla Biennale di Venezia. Nello stesso periodo aderisce al Gruppo degli Otto, riunito intorno al critico e storico dell’arte Lionello Venturi. Sono gli anni in cui consolida la sua amicizia con Alberto Burri.

Nel 1957 Afro insegna al Mills College di Oakland. L’anno successivo ottiene la commissione per dipingere il murale Il giardino della speranza per la sede dell’Unesco a Parigi, opera eseguita nell’ambito di un progetto che include inoltre lavori di Karel Appel, Arp, Alexander Calder, Roberto Matta, Miró, Picasso e Rufino Tamayo. Gli anni 1959-’60 vedono Afro presente in rassegne internazionali: è invitato a II. Documenta a Kassel, vince il premio a Pittsburgh e il premio per I’Italia al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, che acquista il suo dipinto Night Flight (1957). Nel 1961 James Johnson Sweeney, direttore del Guggenheim Museum di New York, gli dedica una monografia.

Tra le personali di questi anni si ricordino quelle tenute al Massachusetts Institute of Tecnology, Cambridge nel 1960, alla Galerie de France, Parigi, e alla Galleria Blu, Milano nel 1961. Tra il 1964 ed il 1965 alla Galerie im Erker a St. Gallen, quindi alla Galerie Räber, Lucerna, da Günter Franke a Monaco di Baviera. Del 1969-’70 è la vasta antologica curata da Bernd Krimmel alla Kunsthalle di Darmstadt, alla Nationalgalerie di Berlino, ed in seguito al Palazzo dei Diamanti a Ferrara.

Nei primi ’70 Afro inizia a manifestare problemi di salute. Muore a Zurigo nel 1976. L’anno dopo, Cesare Brandi gli dedica un’importante monografia. Nel 1978 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma rende omaggio all’artista con un’ampia retrospettiva. Nel 1992 l’opera completa viene esposta a Palazzo Reale a Milano. Nel novembre 1997 il Catalogo ragionato dell’opera di Afro viene presentato all’American Academy a Roma e l’anno successivo alla Fondazione Guggenheim di Venezia.

Renato Birolli | Biografia, Opere, Esposizioni

Renato Birolli nasce a Verona nel 1905. Intrapresi gli studi artistici all’Accademia Cignaroli di Verona, dalla quale viene espulso per “indisciplina e per eccessi nel canto”, Birolli decide di trasferirsi a Milano nel 1927. Affronta vari mestieri, oltre a realizzare alcune decorazioni ad affresco e grafite a Milano e Pavia, e nel 1929 inizia a lavorare come correttore di bozze per “L’Ambrosiano”, entrando così in contatto con Carlo Carrà ed Edoardo Persico, all’epoca direttore della Galleria del Milione.

Inizia allora per la sua carriera di pittore, in seguito scandita dall’adesione a vari gruppi artistici, un quinquennio contrassegnato dalla frequentazione di artisti come Manzù e Sassu e dall’ulteriore evoluzione di quello stile “ingenuo” che aveva affrontato nei paesaggi urbani del 1930-31. Nella nota galleria milanese espone dal 1932 Arlecchino (1931), San Zeno pescatore (1931), La sposa (1932), opere nelle quali l’artista dimostra l’intenzione di recuperare un linguaggio figurativo improntato a una spontaneità primigenia, pur prendendo le distanze da una prassi pittorica risolta unicamente nell’improvvisazione o nel virtuosismo tecnico.

Birolli cerca sempre per la sua pittura presupposti teorici, alimentati anche dall’attività di giornalista e confluiti nelle pagine dei suoi “Taccuini” a partire dal 1936. Nel frattempo, la sua partecipazione alla mostra dei “10 pittori” alla Galleria d’Arte di Roma, nel 1932, gli aveva fornito l’occasione di fare la conoscenza con Mafai e Mazzacurati e di avvicinarsi al gruppo della Scuola Romana. Nel 1935 cessano i suoi rapporti con Persico, rinsaldandosi invece l’amicizia con il critico Sandro Bini, e l’anno successivo Birolli compie il suo primo viaggio a Parigi alla scoperta della pittura di van Gogh, Cézanne e più in generale degli stimoli che la città francese era ancora in grado di offrire.

Continue reading “Renato Birolli | Biografia, Opere, Esposizioni”

Umberto Boccioni | Biografia, Opere, Esposizioni

Umberto Boccioni nasce nel 1882 a Reggio Calabria da genitori romagnoli. Costretto a continui trasferimenti (il padre è impiegato di Prefettura), frequenta le scuole a Reggio Calabria, poi a Forlì, Genova, Padova e a Catania dove consegue il diploma dell’Istituto Tecnico, dimostrando già da quell’epoca grande interesse per la letteratura e, nonostante la votazione mediocre, per il disegno.

Nel 1899 in seguito a contrasti familiari va a vivere a Roma presso una zia e si iscrive alla Scuola Libera del Nudo, studiando contemporaneamente disegno dal cartellonista Matalani, ritenendo l’Accademia troppo antiquata e repressiva. Diviene amico di Severini e di Balla che, reduce da Parigi, esercita un’influenza decisiva sui due e sugli artisti che frequentano il suo studio a Porta Pinciana. È introdotto al Divisionismo e alla conoscenza della pittura francese contemporanea, come pure medita sulle esperienze simboliste di Sartorio, De Carolis, Pellizza da Volpedo, Meunier e Kimt. Si interessa alla situazione culturale, artistica e filosofica europea, maturando proprie convinzioni attraverso la lettura di Sorel, Nietzsche e Renan. Scrive anche un romanzo inedito (Pene dell’anima, 1900) e collabora con alcuni periodici. In particolare, assieme a Severini conduce studi sul paesaggio, dipingendo en plein air nella campagna romana, attento agli effetti luminosi dell’atmosfera.

Nel 1901 esegue il primo disegno noto, in occasione del compleanno della sorella Amelia e una Figura maschile. Nel 1904 espone un Paesaggio alla Mostra Annuale degli Amatori e Cultori di Roma e l’anno seguente si ripresenta con un Autoritratto. Vinto un concorso di pittura, dall’aprile del 1906 soggiorna per cinque mesi a Parigi interessandosi alla pittura degli impressionisti, dei postimpressionisti e di Cézanne in particolare, approfondendo il rapporto uomo-natura e lo studio di una scansione marcata dei piani; va quindi in Russia (a Tzaritzin, Egoritzin, Mosca e San Pietroburgo), sostando durante il viaggio di ritorno a Varsavia e Vienna.

Continue reading “Umberto Boccioni | Biografia, Opere, Esposizioni”

Gregorio Botta | Biografia, Opere, Esposizioni

Gregorio Botta nasce a Napoli il 18 aprile 1953. Nel 1980 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove segue i corsi di Toti Scialoja, diplomandosi nel 1984. Dopo gli esordi, scanditi dalla partecipazione ad alcune rassegne tenutesi alla Galleria Rondanini e dalle sue prime personali alla Galleria Il Segno, entrambe a Roma, l’artista si impone all’attenzione della critica in occasione di alcuni importanti appuntamenti espositivi, tra cui Trasparenze dell’arte italiana sulla via della seta a cura di Achille Bonito Oliva, allestito a Pechino nel 1993, la XII Quadriennale e la Biennale dei Parchi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, tenuti rispettivamente nel 1996 e nel 1998, nonché la personale, anch’essa nel 1998, presentata da Ludovico Pratesi all’Istituto Italiano di Cultura a Colonia.

La cera, il piombo, il ferro, il vetro sono gli elementi con i quali l’artista pratica “un’arte del togliere, del poco, del meno, sperando di arrivare a un’arte del niente. Un’arte che sparisca e lasci solo, come una vibrazione, come un motore segreto, l’azione per la quale è nata” (Gregorio Botta, 2001).

Le sue sono forme archetipiche (il cerchio, il calice…) nelle quali torna a raccogliersi l’immagine, come cercando in esse un punto di lento affioramento di una verità sommersa, che riguarda il nostro essere più che il nostro apparire”. L’universo di sagome elaborato da Botta appare dunque “silenzioso e cauto nello svelarsi; ovattato da quel biancore che l’avvolge, come se abitasse, e prendesse nutrimento, dall’amnio di un grembo; lento a confessarsi a chi guarda, con quel suo chiedere, sommessamente, uno sguardo lungo sopra di sé. Uno sguardo che scopra, alla fine, l’incanto: e non se ne spaventi” (Fabrizio D’Amico, 2001).

Nel 2006 presenta ai Magazzini del Sale a Siena una selezione di i lavori recenti, nei quali ritornano elementi peculiari del suo linguaggio in un singolare gioco di contrapposizioni: la leggerezza e la trasparenza del vetro, l’opacità e la durezza del ferro. Inedita è ora l’introduzione del movimento, che anima alcune istallazioni come La Porta di Pietro, ispirata alla Madonna del Parto di Piero della Francesca.

Alberto Burri | Biografia, Opere, Esposizioni

Alberto Burri nasce a Città di Castello, nella provincia di Perugia, nel 1915. Si laurea in Medicina nel 1940 e, arruolato come ufficiale medico, partecipa alle operazioni di guerra in Africa del Nord. Fatto prigioniero nel 1943 in Tunisia dagli inglesi, viene successivamente inviato nel campo di concentramento americano di Hereford, in Texas, dove inizia a dipingere. Tornato in Italia, nel 1946 si stabilisce a Roma per dedicarsi alla pittura. Del 1947 è la prima mostra personale alla galleria La Margherita di Gaspero del Corso e Irene Brin, con opere ancora di carattere figurativo. Nella sua seconda mostra personale: Bianchi e Catrami, sempre alla galleria La Margherita, nel maggio 1948, propone per la prima volta opere astratte. Successivamente inizia a elaborare i primi Catrami. Nel 1949 realizza SZ1, il primo Sacco stampato.

Nel gennaio 1951 partecipa alla fondazione del Gruppo Origine, insieme a Mario Ballocco, Giuseppe Capogrossi ed Ettore Colla e partecipa alla mostra inaugurale del gruppo, scioltosi l’anno dopo. Il 1952 si apre con la mostra personale Neri e Muffe, alla Galleria dell’Obelisco di Roma. Nel corso dell’anno si trasferisce in via Margutta: Robert Rauschenberg, presente a Roma per quasi un anno, visita lo studio di Alberto Burri, potendo così vedere i Sacchi.

Con le mostre di Chicago e New York del 1953 inizia il successo internazionale. Alberto Burri: paintings and collages è il titolo della prima mostra personale americana, allestita alla Allan Frumkin Gallery di Chicago tra gennaio e febbraio 1953, poi trasferita alla fine dell’anno nella newyorkese Stable Gallery di Eleanor Ward. Nel frattempo Burri conosce il critico James Johnson Sweeney, allora direttore del Solomon R. Guggenheim Museum di New York, che lo invita alla mostra Younger European Painters al Guggenheim Museum di New York. Segue, nel 1955, la sua partecipazione alla rassegna The New Decade: 22 European Painters and Sculptors al Museum of Modern Art di New York, nella rassegna internazionale al Carnegie Institute di Pittsburgh e alla Biennale di San Paolo del Brasile. La personale al Fine Art Center di Colorado Springs conferma la crescente fortuna di Burri in America, sostenuta da Sweeney che l’anno stesso firma la prima monografia dell’artista. Il 15 maggio 1955 sposa, a Westport (California), la ballerina americana d’origine ucraina Minsa Craig conosciuta a Roma l’anno precedente.

Continue reading “Alberto Burri | Biografia, Opere, Esposizioni”

Massimo Campigli | Biografia, Opere, Esposizioni

Max Ihlenfeld, in seguito noto come Massimo Campigli, nasce a Berlino nel 1895. Dopo aver trascorso l’infanzia a Firenze, nel 1909 si trasferisce con la famiglia a Milano, dove entra in contatto con i gruppi futuristi. Nella prima giovinezza manifesta propensioni letterarie piuttosto che pittoriche; un suo scritto, intitolato Giornale + Strada. Parole in libertà viene pubblicato su “Lacerba” nel 1914. Durante la prima guerra mondiale cade prigioniero e viene deportato in Ungheria. Nel 1919 viene mandato a Parigi come corrispondente del “Corriere della Sera” e qui inizia la sua carriera artistica; nei primi duri anni trascorsi nella capitale francese, Camppigli alterna il mestiere di giornalista a quello di pittore.

La sua prima esposizione si tiene a Roma alla Galleria Bragaglia nel 1923. Durante il periodo di formazione rinnega il Futurismo e si accosta al Cubismo, da cui deriva il gusto per una rigida geometrizzazione delle figure. Egli si muove, da autodidatta, fra le esperienze più diverse, cercando di coniugarle. Fortemente influenzato dall’arte egizia, che lo avevano affascinato fin da bambino, si mostra sensibile anche alle suggestioni della pittura contemporanea, da Léger a Ozenfant a Carrà a Picasso. A Parigi entra in contatto con gli ambienti novecentisti ed entra a far parte del gruppo degli “Italiens de Paris”.

Nel 1928, rientrato a Roma per un breve soggiorno, scopre al Museo di Villa Giulia l’arte etrusca, che lo colpisce come una folgorazione. Rinnega le ricerche precedenti e inaugura la sua maniera tipica, cui rimane fedele sino alla fine: tele dai colori terrosi, dominate da presenze femminili di evocazione arcaica. Invitato l’anno stesso alla Biennale di Venezia, vi espone tredici opere. L’anno seguente partecipa alla II Mostra degli artisti italiani a Ginevra e tiene una fortunata personale alla Galerie Bucher di Parigi: i quadri esposti vengono tutti acquistati da musei e da collezionisti privati. Grazie al successo ottenuto, inaugura una serie di mostre in Italia e all’estero: dalla Galleria del Milione a Milano (1931) alla Jiulien Levy Gallery di New York (1932), all’Hasefer di Bucarest (1932).

Continue reading “Massimo Campigli | Biografia, Opere, Esposizioni”

Giuseppe Capogrossi | Biografia, Opere, Esposizioni

Giuseppe Capogrossi nasce a Roma nel 1900. Il padre, Guglielmo, appartiene a un’antica e nobile famiglia romana, quella dei conti Capogrossi Guarna. La madre, Beatrice Tacchi Venturi proviene da una famiglia originaria di San Severino Marche. Laureatosi in Giurisprrudenza, nel 1923-24 studia pittura con Felice Carena e nel 1927 si reca a Parigi con Fausto Pirandello. È il primo viaggio nella capitale francese, a cui ne seguiranno molti altri negli anni successivi. Presente nel 1930 alla XVII Biennale di Venezia, inizia da allora a prendere parte regolarmente alle Sindacali, alla Biennale di Venezia e alla Triennale di Milano.

Agli inizi del 1933 a Milano Capogrossi espone nel “Gruppo dei nuovi pittori romani” alla Galleria del Milione, epicentro dell’Astrattismo italiano, e con gli esponenti del gruppo partecipa in ottobre alla stesura del Manifesto del Primordialismo Plastico. In dicembre a Parigi Capogrossi prende parte, nella Galerie Jacques Bonjean, alla Exposition des Peintres Romains con Cavalli, Cagli e Sciavi, presentati da Waldemar George come “Ecole de Rome”. Nel 1937 figura in tre mostre internazionali: The 1937 International Exhibition of Paintings di Pittsburgh (il dipinto Ballo sul fiume vince il secondo premio), Anthology of Contemporary Italian Painting alla Cometa Art Gallery di New York e una rassegna di arte italiana all’Akademie der Kunste di Berlino. Nel 1939 ha una sala personale alla III Quadriennale di Roma.

Nel 1942 vince un premio al IV Premio Bergamo con il dipinto Ballerina. In questi anni nella sua pittura, riflettendo anche su Cézanne, avvia una trasformazione per cui il colore si accende nelle gamme dei rossi, viola e arancio, mentre la pennellata si anima. Nel 1946 inaugura alla Galleria San Marco la sua prima personale. Dal 1947 soggiorna ripetutamente in Austria, nei pressi di Lienz, dove disegna cataste di legna, che gli suggeriscono forme sempre più geometrizzate. Nel 1948 alla XXIV Biennale di Venezia presenta Le due chitarre (1948), ora nella collezione Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, frutto della nuova fase neocubista.

Continue reading “Giuseppe Capogrossi | Biografia, Opere, Esposizioni”