30.09.2023 — 18.11.2023
Tancredi è tra le personalità di maggior rilievo dell’astrazione pittorica italiana maturata nell’alveo della frammentazione del segno che trova in Mark Tobey e Jean Paul Riopelle alcuni tra i suoi interpreti più noti. Fu artista prediletto da Peggy Guggenheim, che contribuì a introdurlo nelle collezioni d’oltreoceano grazie alla personale a lui dedicata nel 1954 in Palazzo Venier dei Leoni a Venezia.
Alla Galleria dello Scudo viene ora riunita una selezione di opere eseguite fra il 1954 e il 1962, scelte a documentare un decennio intenso scandito da soggiorni a Parigi, in Norvegia e Svezia, da incontri con personalità di punta delle avanguardie internazionali, tra i quali Dubuffet, Asger Jorn e Karel Appel, da esposizioni alla Saidenberg Gallery di New York, alla Hannover Gallery di Londra, alla Galleria Selecta di Roma e al Carnegie International di Pittsburgh.
Tra le opere ora proposte si segnalano la grande tela del 1954 appartenuta al compositore musicale Goffredo Petrassi; la Marina veneziana del 1957 un tempo della Galleria del Cavallino a Venezia, a sancire lo stretto legame con la città lagunare. Il percorso si chiude con alcuni lavori della serie “Diario paesano”, già esposti nel 1968 alla Biennale di Venezia nella retrospettiva dedicata all’artista, collages inframmezzati da inserti figurativi di soggetto floreale a suggerire quel desiderio di levità da parte dell’artista contrapposto alla cupezza del tragico epilogo della sua vicenda esistenziale.