Home / Esposizioni / Realismo magico. Pittura e scultura in Italia 1919-1925
a cura di Maurizio Fagiolo dell'Arco
27.11.1988 — 29.06.1989
a cura di Maurizio Fagiolo dell'Arco
27.11.1988 - 29.06.1989"L'immaginazione non è il fiorire dell'arbitrario, e molto meno dell'impreciso. Precisione realistica di contorni, solidità di materia ben poggiata sul suolo; e intorno come un'atmosfera di magia che faccia sentire, traverso un'inquietudine intensa, quasi un'altra dimensione in cui la vita nostra si proietta". Così Massimo Bontempelli precisa il senso della ricerca che dal 1919 si afferma in Italia come in ambito europeo – la stessa di Picasso e Stravinskij, di Derain e di Otto Dix – e che costituisce la vera linea innovativa dell'arte negli anni Venti, definita per la prima volta da Franz Roh nel suo libro Nach Expressionismus - Magischer Realismus pubblicato a Lipsia nel 1925.
La rassegna Realismo magico, pittura e scultura in Italia 1919-1925, realizzata con il patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Verona, presenta oltre sessanta opere provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. Si apre analizzando l'importanza del clima di "Valori Plastici" – de Chirico e Carrà, Morandi e Arturo Martini – e le esperienze parigine di Severini e Tozzi in quegli anni. Documenta poi, sino alla mostra del Novecento italiano nel 1926, la ricerca nei diversi centri – Milano, Torino, il Veneto e Roma – con Sironi e Funi, Dudreville, Oppi, Malerba, Zanini, Casorati, Chessa e Menzio, Levi, Cagnaccio di San Pietro, Trentini e Nardi, Vitturi e Zancolli, Guidi, Ferrazzi, Donghi, Socrate, Trombadori, Edita Broglio e Francalancia.
L'iniziativa si propone di esaminare opere mai presentate prima in pubblico, scelte in quanto espressione del clima degli “Anni Venti” o riconducibili in modo specifico ai movimenti di "Valori Plastici" o "Novecento", al di là di gruppi, scuole o ambiti geografici, per individuare criticamente le idee e le motivazioni all'origine di un linguaggio espressivo.
Tra i dipinti esposti, alcuni provenienti dalla raccolta del musicista Alfredo Casella, figurano II pino sul mare di Carrà e La partenza degli Argonauti di de Chirico, la Natura morta sul tavolo di Morandi e I giocatori di carte di Severini, di Dudreville il quadro programmatico Amore: discorso primo, di Sironi L'allieva, di Oppi Le doublé portrait (la prima opera presentata a Parigi), di Casorati Conversazione platonica.
Compare in pubblico dopo oltre sessant'anni L'amante morta, un'arcaica scultura di Arturo Martini (1921); si possono rivedere il dipinto di Donghi Le maschere, che vinse il premio Pittsburgh nel 1927 e da allora rimasto in America, e La famiglia del povero Pulcinella (1923) di Severini. Quasi sconosciuti sono i quadri di Carlo Levi, Trentini, Nardi, Vitturi, Zancolli, che pure esposero in quel clima fervido.
La rassegna è progettata e curata da Massimo Di Carlo e Maurizio Fagiolo dell'Arco con Massimo Simonetti. Il catalogo, edito da Mazzotta, reca l’analisi delle opere a cura di Valerio Rivosecchi e contributi di Emily Braun, Jean Clair, Ewald Rathke, Paolo Baldacci, Mario Bellini, Massimo Carrà, Claudia Gian Ferrari, Maria Mimita Lamberti, Sergio Marinelli e Antonello Trombadori.