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a cura di Marco Valsecchi
04.02.1971 — 23.02.1971
a cura di Marco Valsecchi
04.02.1971 - 23.02.1971La mostra di Ottone Rosai organizzata dalla Galleria dello Scudo nel febbraio 1971 offre l’occasione per approfondire lo studio dell’opera di un protagonista dell’arte italiana del Novecento, Ottone Rosai. Dopo la fase cubo-futurista del 1914-15 e il successivo interesse per i Primitivi italiani, il suo immaginario si apre a un nuovo indirizzo espressivo che risente del clima di Valori Plastici e della Metafisica di de Chirico e Morandi, ben evidente in alcune nature morte nate nel “ricordo di quel Rousseau di casa Soffici, in ispecie dei ‘Fiori’ del 1907”, come afferma Marco Valsecchi nel catalogo edito per l’occasione.
Con 32 dipinti a olio, e una selezione di acquarelli e disegni eseguiti fra il 1932 e il 1955, si documentano due decenni della sua ricerca pittorica, quando l’inquietudine del vivere lo assale; una nuova “concisa plasticità”, un “impeto spoglio” investe le composizioni, il tutto secondo modalità che gli sono peculiari: “un ridurre all’osso la consistenza dell’immagine, toccarne lo scheletro più secco per poi ricondurre sui quei piani cristallini una luce folgorante, una incredibile epifania bianca”.