Home / Esposizioni / Mario Cavaglieri, gli anni brillanti. Dipinti 1912-1922
a cura di Raffaele Monti e Viviane Vareilles
12.12.1993 — 20.02.1994
a cura di Raffaele Monti e Viviane Vareilles
12.12.1993 - 20.02.1994La figura e l'opera di Mario Cavaglieri hanno in passato stimolato interesse in ambito internazionale, come confermano la grande esposizione dedicata all'arte ebraica in Italia al Jewish Museum di New York nel 1989 e la retrospettiva al Musée Toulouse-Lautrec di Albi nel 1991.
La ricerca di Cavaglieri tra il 1912 e il 1922, negli anni che la critica ha definito "brillanti" per il massimo splendore della pittura e per gli autorevoli consensi del tempo, è al centro dell’esposizione dal taglio inedito e particolare, realizzata con il patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Verona e allestita alla Galleria dello Scudo dal 12 dicembre 1993. Verrà in seguito trasferita al Jewish Museum di New York, dal 2 ottobre 1994 al 29 gennaio 1995.
Con una selezione di oltre quaranta dipinti provenienti da raccolte pubbliche e private, alcuni dei quali presentati in Italia per la prima volta, la mostra riveste carattere strettamente scientifico evidenziando come, sin dal 1912 al ritorno dal primo viaggio a Parigi, l'artista elabori un linguaggio caratterizzato da lavori di grandi dimensioni in cui le figure e gli oggetti negli interni sono resi con un denso cromatismo proprio dell'antica tradizione veneta, ricco al tempo stesso di riferimenti a Monaco, Vienna e alla cultura francese.
Fotografie e documenti dell'epoca ricostruiscono inoltre la vicenda di Cavaglieri tra Venezia con le Biennali e le Mostre di Ca' Pesaro, Milano con le esposizioni a Brera e alla Permanente tra il 1914 e il 1920, Roma con le Secessioni e la personale nel 1919 a Casa Cagiati recensita da Roberto Longhi, fino al trasferimento a Piacenza nel 1922.
Tra le opere scelte emergono Piccola russa (1913), intenso ritratto in un interno finemente descritto, e due grandi quadri del 1915, Sala di campagna di proprietà della Fondazione Longhi di Firenze e Romanticismo dalla straordinaria esuberanza della materia pittorica. Sempre rimasti sempre in Francia nella collezione dell'artista, vengono esposti inoltre alcuni dipinti fondamentali, ricchi di citazioni all'arte orientale o dalla sontuosa messinscena, come Giulietta nell'atelier di Padova e I fidanzati riconciliati, databili entrambi tra il 1915 e il 1916. Se il passaggio ad una pittura più meditata e attenta al dettaglio è provato da Lo scialle di Boukara (1918), l'abbinamento del gusto per la decorazione con l'analisi psicologica del personaggio culmina in un capolavoro, L'artista di cinema la Pellegrinetti (1919). Chiudono la mostra due opere del 1922 che riassumono i temi degli "anni brillanti": Estremo Oriente e Giulietta appoggiata al tavolo.
La rassegna, progettata da Massimo Di Carlo, Massimo Simonetti e Francesco Sandroni. L'ordinamento storico-critico e la scelta dei dipinti sono a cura di un Comitato Scientifico composto da Maurizio Fagiolo dell'Arco, Raffaele Monti e Viviane Vareilles. Il catalogo, edito da Mazzotta, reca loro fondamentali contributi oltre a saggi di Emily Braun e Nico Stringa, una scheda di Mario Quesada sulla vicenda espositiva di Cavaglieri, un'antologia di scritti e il carteggio inedito con de Pisis, Longhi e Alberto Martini, commentato da Sandro Zanotto, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Marco Lorandi. Completano il volume un'ampia biografia di Laura Lorenzoni e il regesto delle mostre e delle recensioni compilato da Flavia Matitti.
La mostra ottiene importanti recensioni uscite su molti quotidiani, tra cui la trionfale recensione di Roberto Tassi su “La Repubblica” del 6 gennaio 1994, e l’attenzione da parte dell’“International Herald Tribune” nell’intervento di Ken Shulman (5-6 febbaio 1994), il lungo articolo di Marco Rosci su “La Stampa” del 13 dicembre 1993, Renato Barilli sul “Corriere della Sera” il 19 dicembre 1993, Luciano Caramel su “Il Giornale” il 19 dicembre 1993. Inoltre si ricordi il dossier a cura di Raffaele Monti uscito come allegato alla rivista “Art e Dossier” (febbraio 1994), e il servizio su “FMR" del febbraio 1994 a cura di Gabriella Di Milia.