Home / Esposizioni / Marino Marini, mitografia. Sculture e dipinti 1939-1966
a cura di Carlo Pirovano
11.12.1994 — 12.02.1995
a cura di Carlo Pirovano
11.12.1994 - 12.02.1995Dall’11 dicembre 1994 si tiene alla Galleria dello Scudo una mostra dal taglio particolare, rivolta all’analisi della ricerca di Marino Marino tra il 1939 e il 1966, quando la sua poetica vive la lunga stagione della piena maturità. La rassegna, realizzata con il patrocinio della Fondazione Marino Marini di Pistola e dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, si inserisce in un calendario di iniziative che nel recente passato hanno coinvolto prestigiose sedi pubbliche: dopo la vasta retrospettiva di Palazzo Reale a Milano nel 1990, immediatamente successive sono infatti le ampie esposizioni in Giappone nel 1992, al Musée des Beaux-Arts di Chartres l’anno seguente e l’installazione di grandi lavori in Place Venderne a Parigi nella primavera 1994.
Con una selezione di oltre venti sculture in bronzo e altrettante pitture provenienti da raccolte pubbliche e private, la mostra riveste carattere strettamente scientifico evidenziando come l’immagine già classicamente perfetta, con sottili rimandi alla cultura arcaica, rappresenti alla fine degli anni Trenta il punto di partenza per lo svolgimento dei temi narrativi attraverso i quali si esprime l’interpretazione mariniana fortemente calata nella storia: la donna trasfigurata in dea della fertilità, il cavaliere rielaborato come uomo-mito e metafora di ogni sentimento, il giocoliere divenuto figura simbolica dell’instabilità umana. Opere significative documentano come, a partire dal 1950 fino ad oltre la metà del decennio seguente, l’inquietudine e la tensione intellettuale dell’artista sfocino in una iconografia disperante per la lacerazione drammatica della forma e per l’asprezza del chiaroscuro, sancendo così la dissoluzione del mito. Il tutto contraddistinto da una stretta interconnessione tra l’attività plastica e quella pittorica.
Apre l’esposizione Cavallo del 1939, la statua che per il richiamo all’antico già connotato di una forte personalità, sembra essere il riassunto delle esperienze precedenti. Una grande Pomona concepita nel 1945, sempre rimasta di proprietà dell’autore, è l’esempio di una femminilità arricchita dei significati più remoti e misteriosi. Appartengono alla tematica del Cavallo e cavaliere due superbe prove presentate in Italia per la prima volta, una del 1947 allora acquistata per il Museum of Modern Art di New York, l’altra datata 1952, l’anno in cui Marino ottiene il “Gran Premio di Scultura” alla Biennale di Venezia. Preziosi e variopinti bronzi della serie dei “Giocolieri” del 1953-54 sono un ulteriore momento della cronologia della mostra che, attraverso le folgorazioni dei “Miracoli”, rivela come il mito del cavaliere giunga all’annientamento nello straordinario Guerriero del 1960 appartenuto a Riccardo Jucker, in questa occasione esposto al Museo di Castelvecchio, fino al Grido del 1962 che chiude la sezione dedicata alla scultura.
Tra i dipinti scelti emergono Luci di teatro eseguito nel 1948, in cui il motivo delle “Pomone” è trasferito in pittura con una sottile suggestione luministica, e II trovatore del 1950 dall’esuberante cromatismo con cui viene reso il rimando iconografico al monumento, che torna in Cavallo e cavaliere di quattro anni più tardi, già nella raccolta di Pierre Matisse. La spettacolare messinscena di Grande teatro terminato nel 1960 riassume il repertorio inesauribile delle forme mariniane che si ricompongono in un ordine apparente in Giochi nello spazio del 1966, concrezione tragica del fallimento umano.
La rassegna è progettata da Massimo Di Carlo, Francesco Sandroni e Massimo Simonetti. L’ordinamento storico-critico e la scelta dei lavori presentati sono a cura di Carlo Pirovano, autore del Catalogo generale sistematico dell’opera dell’artista atteso per il 1995. Il volume edito in occasione della mostra reca un suo fondamentale contributo ed è completato da un’ampia ricerca di Laura Lorenzoni relativa all’intera vicenda biografica. Le fotografie delle sculture sono state appositamente eseguite da Mario Carrieri, mentre Marina Marini ha concesso numerose immagini che illustrano il libro.
Nato a Pistoia nel 1901, frequenta a Firenze l’Accademia di Belle Arti studiando pittura, incisione e scultura. È interessato alle avanguardie e alla scultura antica, arcaica, etrusca e medioevale; questa è alla base della sua cultura figurativa. La predilezione per le forme arcaiche si manifesta nei lavori pittorici degli anni ’20 e ’30. La sua prima personale è allestita nel 1932 alla Galleria Milano.