Home / Esposizioni / Fausto Melotti. Teatrini 1931-1985
a cura di Carlo Pirovano
15.12.1996 — 28.02.1997
a cura di Carlo Pirovano
15.12.1996 - 28.02.1997Dal 15 dicembre 1996 alla Galleria dello Scudo a Verona viene dedicata a Fausto Melotti una mostra dal taglio inedito e particolare, centrata sul tema dei Teatrini, le fascinose composizioni in terracotta concepite come minuti spazi abitabili, entro le quali l’artista mima situazioni di incontri, di presenze, di vita straniata e assorta. La rassegna monografica, realizzata in collaborazione con l'Archivio Melotti di Milano e patrocinata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Verona, si inserisce in un calendario di iniziative che hanno come protagonista l’artista milanese, culminato con l'ampia retrospettiva del 1995 curata da Germano Celant al Centre Julio GonzaIes di Valencia.
Con una selezione di oltre cinquanta lavori, provenienti da raccolte pubbliche e private, la mostra riveste carattere strettamente scientifico evidenziando come il purismo astratto di alcuni esiti degli anni ’30 si trasformi in una dimensione narrativa ricca di elementi allusivi a una realtà più immediata.
Opere significative documentano come a partire dal 1944, anno del primo teatrino, Solo coi cerchi, le strutture scandite da piani e pareti, rese in una voluta semplicità formale, sono spesso integrate da materiali poveri quali sfere, asticelle e catenine, che trovano il loro equivalente nelle opere metalliche contemporanee, di cui riflettono l'intenso carattere poetico. Anche attraverso i titoli l'artista esprime una sottile e raffinata ironia, che accompagna il fascino inconsistente delle scene, abitate da corpi e reticoli come note di uno spartito ideale.
Introduce il percorso un'opera in marmo e gesso dipinto, eseguita nel 1933, in cui l'effetto scenografico è il risultato del connubio tra l'elemento figurativo e istanze di matrice astratta. Da segnalare inoltre Lettera a Fontana (1944), una splendida ceramica che testimonia il rapporto di assidua frequentazione tra i due artisti, e Il diavolo tenta gli intellettuali (1945), un preciso rimando alla poetica di Arturo Martini. L'indagine prosegue con Il sonno di Wotan (1951) e Angoscia (1961), entrambi nella collezione del Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, per concludersi con L'acrobata si avvia (1985), l'ultimo teatrino eseguito poco prima della morte. Verranno inoltre presentati numerosi bassorilievi e alcune sculture in sintonia con la tematica prescelta.
La rassegna è progettata da Massimo Di Carlo, Francesco Sandroni e Massimo Simonetti. La costruzione della mostra e la scelta delle opere sono affidate a Carlo Pirovano, autorevole storico dell'arte e studioso dell'opera di Melotti. Il catalogo edito per l'occasione reca un suo fondamentale contributo ed è arricchito da preziosi interventi critici di Fabrizio D'Amico e di Rudi Fuchs. Correda il volume un'esauriente biografia redatta da Laura Lorenzoni.