Home / Esposizioni / de Pisis, gli anni di Parigi 1925-1939
a cura di Giuliano Briganti
13.12.1987 — 31.01.1988
a cura di Giuliano Briganti
13.12.1987 - 31.01.1988La mostra de Pisis, gli anni di Parigi, in corso alla Galleria dello Scudo dal 13 dicembre 1987, focalizza l’attenzione su un periodo particolare della vicenda biografica e artistica di Filippo de Pisis, ovvero i quattrodici anni trascorsi nella capitale francese, fra il 1925 e il 1939, senz’altro i più felici pittoricamente della sua carriera.
Con una selezione di sessanta dipinti, la mostra, patrocinata dalla Regione del Veneto e dal Comune di Verona, propone una specifica e inedita analisi del linguaggio e delle diverse tematiche elaborate dall’artista, grazie anche a suggestioni recepite e rielaborate durante i soggiorni in Italia, a Londra e nella Francia meridionale.
Apre il percorso Rue des Volontaires (Parigi con la Tour Eiffel) (1925), tra le prime tele dipinte da de Pisis al suo arrivo in Francia, in cui appare già evidente la tendenza a vivificare la tavolozza a favore di una visione più immediata. Natura morta marina con aragosta (Marina con aragosta) (1926) rientra nel novero delle marine pubblicate da Waldemar George nella monografia sull’artista del 1928, in cui appare fusa insieme l’esperienza metafisica e l’amore per le nature morte seicentesche, i toni della pittura francese ai richiami letterari più cari all’autore. Analogamente, La grande conchiglia (1927), è un dipinto risolto secondo uno schema compositivo tipico di quegli anni, con l’accostamento di colori vivaci, dall’ocra della spiaggia al verde della mela e della verdura, al rosa del casotto. Il marinaio francese (1930) fonde in sé due temi, il ritratto virile e la composizione metafisica, secondo un impianto compositivo e una sensibilità nella scelta espressiva del soggetto che rivela l’attrazione per gli sviluppi della pittura dei protagonisti della scuola di Parigi.
Sfilano in mostra tele appartenute a Giovanni Comisso quali La bottiglia tragica (1927), La coupole o Le Quai Voltaire (1928), Il gladiolo fulminato (1930); quindi Interno con natura morta (1930), dipinto nella sua abitazione di Parigi; I grandi fiori di casa Massimo (1931), tra le più sensuali e potenti composizioni floreali, di gremita sinfonia cromatica. La figura è tratta in opere come il ritratto immaginario della nota scrittrice francese Colette (1933) e Il soldatino francese (1937) della Galleria d’Arte Moderna Mario Rimoldi di Cortina d’Ampezzo. Chiudono il percorso scorci di Londra, come White Hall (1935), e immagini di Parigi come Le Pont Neuf e Nôtre Dame (1937), e Quai Voltaire (1939).
Una sezione della rassegna illustra con fotografie e scritti l'attività critico-letteraria dell'autore e i suoi rapporti con l'ambiente culturale di Parigi, in particolare con gli artisti italiani residenti nella capitale francese.
La mostra, progettata da Massimo Di Carlo, Luisa Laureati e Massimo Simonetti, è a cura di Giuliano Briganti, cui si deve il contributo critico pubblicato nel catalogo edito da Mazzotta, assieme a interventi di Valentino Brosio, Giorgio Cortenova, Corrado Levi, Nico Naldini e l’analisi delle opere a cura di Daniela De Angelis.
La rassegna, dopo la presentazione alla Galleria dello Scudo, viene trasferita alla Galleria dell'Oca, Roma, dal 5 febbraio al 19 marzo 1988 e, successivamente, al Castello Svevo, Bari, dal 24 marzo al 29 aprile 1988. Per quest'ultima occasione esce una seconda edizione del catalogo, senza varianti.