Home / Esposizioni / Amedeo Modigliani, dipinti e disegni. Incontri italiani 1900-1920
a cura di Licisco Magagnato e Osvaldo Patani
25.11.1984 — 31.01.1985
a cura di Licisco Magagnato
e Osvaldo Patani
Tra novembre 1984 e gennaio 1985 la Galleria dello Scudo celebra il centenario della nascita di Amedeo Modigliani con una mostra realizzata con il patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Verona. La rassegna presenta un nucleo di sessantasei opere dell’artista provenienti da collezioni pubbliche e private, comprendente undici dipinti, tutti di ampia e documentata letteratura, e una selezione di lavori su carta a matita, acquerello e tempera, allo scopo di porre in evidenza i diversi aspetti del suo percorso creativo e offrire nuovi spunti di indagine ricostruendo la rete di “incontri italiani” che, tra Livorno, Venezia e successivamente a Parigi, scandiscono la sua vicenda biografica, dagli anni della formazione alla fase di più maturo impegno artistico.
Apre il percorso espositivo il Ritratto di Mario Buggelli (1907) dedicato al pittore Anselmo Bucci, cui seguono numerosi studi di nudo e “Teste di cariatidi” (1910-1911), di provenienza Paul Alexandre, amico e primo mecenate di Modigliani. Di assoluto rilievo è la Cariatide rosa con bordo blu (1913), acquerello inizialmente di Mariska Diederich, in seguito entrato nella collezione Sydney G. Biddle, Filadelfia, e dal 1956 presente nelle più importanti esposizioni monografiche. Cariatide (1914), la grande tempera entrata nella raccolta Cesare Tosi, sintetizza quanto la scultura arcaica abbia esercitato un’influenza determinante nel definire il repertorio dell’artista sino a quella data.
Figurano in mostra dipinti del 1915 appartenuti a Paul Guillaume, quali La ragazza rossa (Testa di donna dai capelli rossi) nella raccolta della Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, Testa di ragazza dai capelli sciolti e L’enfant gras, quest’ultimo già proprietà Lamberto Vitali in seguito donato alla Pinacoteca di Brera. Del 1917 sono le tele un tempo di Léopold Zborowski, scrittore, poeta e mercante di Modigliani, come La rossa dagli occhi azzurri, Oscar Miestchaninoff e Signora dal collaretto (Anna Zborowska) proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Completano l’esposizione intensi ritratti a matita di Donato Frisia, Béatrice Hastings, Moïse Kisling, Max Jacob, e dello stesso Zborowski eseguiti a partire dal 1916, l’acquerello Odalisca blu (1917) con la figura in atteggiamento di dolce abbandono che appassionò il pittore cubista Albert Gleizes, e numerosi disegni di nudo femminile (1917-1918). In chiusura, l’iconico Ritratto di Hanka Zborowska, di profilo (1919), apparso in pubblico per la prima volta nell’inverno del 1929 da De Hauke and Co. a New York.
Il progetto, nel proporre un’indagine inedita, approfondisce i rapporti di Modigliani con esponenti del panorama artistico e culturale del periodo in Italia e in Francia. Il contesto livornese, che rimanda agli esordi, è documentato attraverso l’opera degli amici Gino Romiti, Oscar Ghiglia e Llewelyn Lloyd. Il soggiorno a Venezia sin dal 1903 offre nuovi spunti di riflessione e l’occasione di conoscere Boccioni, Martini e Gino Rossi.
Il trasferimento a Parigi, nell’inverno 1906, è decisivo per la maturazione di un linguaggio che si rivelerà del tutto singolare. La capitale francese è in pieno fermento, attiva nuovi stimoli, offre opportunità di confronto oltre che con pittori e scultori provenienti da tutta Europa, anche con gli italiani attratti dalle molteplici opportunità offerte da un vivace clima culturale. Tra questi, ecco Lorenzo Viani, presente in mostra con La parigina (1911), un cartone permeato di quel “male di vivere” pronto a riemergere anche in Modigliani; Ubaldo Oppi, il cui Notturno (1913) rimanda all’ambiente artistico parigino delle avanguardie; Carlo Carrà, cui si deve il superamento del futurismo più ortodosso con la ricerca di “forme concrete” ben evidente in Caffè di sobborgo (1914); Gino Severini, che con Café Américain (1915) offre una personale visione della vita notturna dei caffè-concerto; infine Medardo Rosso, in mostra con La portinaia (1883) ed Ecce puer (1906) prestato dalla Galleria Civica d’Arte Moderna di Verona, a sottolineare quanto la sua ricerca sia termine di riferimento canonico per qualsiasi sperimentazione in ambito plastico.
La mostra è corredata da una ricca serie di foto, documenti e scritti, alcuni dei quali inediti, che offrono una visione ampia e articolata della complessa personalità dell'artista.
Il catalogo edito per l’occasione è curato da Osvaldo Patani, autore di numerose pubblicazioni su Modigliani e della mostra tenutasi alla Rotonda della Besana a Milano nel 1982. Reca inoltre contributi di Maurizio Fagiolo dell'Arco e di Guido Perocco, quest’ultimo tra gli autori delle schede che documentano le opere degli artisti italiani a confronto, insieme a Massimo Carrà, Daniela Fonti, Claudia Gian Ferrari, Marco Lorandi, Licisco Magagnato e Giuliano Matteucci.
Su richiesta dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Torino, con l’intervento della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte, la mostra, dopo la presentazione alla Galleria dello Scudo, viene trasferita a Torino, Palazzo Reale, 2 marzo - 14 aprile 1985. Per l’occasione esce una seconda edizione del catalogo, senza varianti.