Nato il 17 febbraio del 1943 e cresciuto nell’entroterra veneziano, Vittorio Matino, dopo aver frequentato l’Istituto Chimico e Tessile, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1963 inizia ad insegnare disegno tecnico e storia dell’architettura. In questo periodo la sua pittura è figurativa, sulla scia di Matisse, di Klee o di alcuni suoi immediati predecessori italiani come Licini e Tancredi.
Negli anni Settanta, abbandonato l’insegnamento, si trasferisce a Milano e soggiorna spesso a Parigi. Decide di dedicarsi interamente alla pittura, evolvendo il suo stile verso un espressionismo astratto, inserendo nella tradizione italiana ed europea anche la pittura americana. Contro i discepoli del Concettualismo, che rifiutano l’uso dei materiali canonici, Matino, con altri giovani astrattisti, decide di esaltare la purezza della pittura, proprio utilizzando i materiali della tradizione.
Negli anni seguenti studia le trasparenze del colore e i giochi di luce, combinando la scuola veneziana e la luminosità astratta di Bonnard e Rothko, giungendo ad un astrattismo non più espressionista o informale, ma neppure puramente geometrico. Oltre alla personale tenutasi alla Galleria dello Scudo nel 2004, molte sono le rassegne che lo vedono protagonista in Italia, in Europa – soprattutto in Francia – e oltreoceano. L'artista viene a mancare nell'agosto 2022.