Pietro Consagra, nato nel 1920 a Mazara del Vallo (Trapani), studia all’Accademia di Belle Arti di Palermo, esordendo nel 1945 in una mostra collettiva alla Galleria Il Cortile a Roma. Durante un soggiorno a Parigi tra il 1946 e il 1947 visita gli studi di Brancusi, Laurens, Hartung e Pevsner (quest’ultimo solitamente non riceve artisti nel suo studio), i quali stimolano le sue prime ricerche astratte. È del 1948 la sua presenza al Salon des Réalités Nouvelles al Palais des Beaux Arts.
Nel 1954 i suoi “Colloqui” vengono presentati alla Biennale di Venezia dove tornerà ad esporre con una sezione individuale nel 1958. Altre sue personali si terranno al Palais des Beaux Arts, Bruxelles (1958), alle World House Galleries, New York (1958), alla Galerie de France, Parigi (1959). Nel 1960 Pietro Consagra consegue il Gran premio internazionale per la scultura alla XXX Biennale di Venezia. Seguono importanti esposizioni internazionali, da Documenta a Kassel (1959 e 1964) a Modern Sculpture from The Joseph H. Hirshhorn Collection al Solomon R. Guggenheim Museum di New York (1962).
Dal 1964 il suo linguaggio si apre a nuove sperimentazioni tecniche e a soggetti inusuali nel repertorio plastico tradizionale, come Piani appesi, Piani sospesi (1964-1965) e Ferri trasparenti (1965-1966). È questa una scultura dal profilo non più quadrangolare ma curvilineo e dai piani assottigliati che si frammentano e si dilatano. Dopo la personale interamente dedicata ai Ferri colorati al Museum Boymans-van Beuningen di Rotterdam, nel 1967 Pietro Consagra si reca in America, dove soggiorna per un anno durante il quale insegna alla School of Arts di Minneapolis; riceve inoltre l’invito per la mostra Sculpture from Twenty Countries al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
Presente con una sala personale alla XXXVI Biennale di Venezia nel 1972, espone un lavoro dal titolo Trama, un’installazione gigantesca costituita da sette sculture in legno bifrontali alte circa tre metri che devono considerarsi tra le espressioni più significative della nuova ricerca di Consagra. Nello stesso periodo l’artista scopre la fascinazione della pietra e del marmo, e le infinite potenzialità cromatiche offerte da questi materiali. Negli anni seguenti si cimenta nella progettazione architettonica: tra i vari interventi si segnala il Meeting realizzato nel 1983 a Gibellina, un edificio bifrontale delimitato da ampie superfici in vetro che interagiscono con il paesaggio circostante. Nel 1987 dà avvio alla serie dei Pianeti, opere la cui superficie, dipinta a tinte vivaci, è costituita da fogli di legno sovrapposti con brevi scarti di spessore. Nel dicembre 1993 viene inaugurata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma la sala permanente dedicata alle trentadue opere donate dall’artista.
Nei numerosi riconoscimenti conseguiti nell’arco della sua lunga carriera artistica, si segnala la medaglia d’oro come Benemerito della Cultura e dell‘Arte ricevuta nel 2001 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Oltre che scultore, Consagra è stato autore di saggi e scritti di critica d’arte, tra cui La necessità della scultura (1952), La città frontale e Vita mia (1980), quest’ultimo di carattere autobiografico. Nel 1995 Pietro Consagra si stabilisce a Milano, città dove muore il 16 luglio 2005 all’età di 85 anni.