Piero Manzoni, nato a Soncino nel 1933 in una famiglia aristocratica, frequenta le facoltà di giurisprudenza e filosofia senza terminare il percorso di studi. Dopo aver realizzato alcuni paesaggi tradizionali, nella seconda metà degli anni ’50 si avvia verso un’intensa ricerca di sperimentazione condotta, progressivamente, sia sul piano tecnico-materiale, sia su quello estetico-concettuale. Si accosta inizialmente alle esperienze astratto-informali di Burri, Fontana e Fautrier. Nel 1955 inizia realizzare una serie di lavori immergendo oggetti nel colore e imprimendone l’impronta sulla tela; seguono dipinti realizzati con catrame e, nel 1956, pubblica il manifesto Per la scoperta di una zona di immagini.
Nel 1957 Piero Manzoni espone alla Galleria Pater di Milano con Sordini e Verga e aderisce al Gruppo Nucleare cofirmando il Manifesto contro lo stile. Dalla fine del 1957 realizza i suoi primi Achromes, quadri bianchi realizzati con tela imbevuta di gesso grezzo. Seguirà la serie di Achromes con superfici ricoperte di materia bianca da lui definita “caolino” (1958), feltro, cotone idrofilo e polistirolo espanso (1960), lana di vetro (1961), pane e pietre (1962) e altri materiali. Dopo il distacco definitivo dal Gruppo Nucleare, nel 1959 incontra Castellani, Bonalumi e Agnetti; con Castellani fonda la rivista “Azimuth” e l’omonima galleria milanese. Da quel momento sviluppa un approccio sempre più concettuale realizzando le prime Linee. Da anni tiene numerosi contatti internazionali, viaggiando ed esponendo in particolare tra Olanda, Danimarca e Germania. Crea quarantacinque Corpi d’aria: comuni palloncini da gonfiare e mettere su un piedistallo e in seguito i Fiati d’artista.
Il 21 luglio 1960 presenta da Azimut la sua performance più famosa: Consumazione dell’arte Dinamica del pubblico Divorare l’arte, nel corso della quale distribuisce uova sode firmate con l’impronta del suo pollice, invitando il pubblico a mangiarle. Verso la fine dell’anno sottoscrive il Manifesto contro niente per l’Esposizione Internazionale di niente firmato tra gli altri da Castellani, Mack e Piene. Continua a lavorare agli Achromes, servendosi dei materiali più disparati, e progetta la Base magica, un piedistallo che eleva al ruolo di opera d’arte ogni persona disposta a salirvici sopra. Espone con Castellani alla galleria La Tartaruga di Roma dove presenta altri Achromes e firma in diretta alcune Sculture viventi.
Nel 1961 realizza novanta lattine di Merda d’artista vendute a peso alla quotazione dell’oro. Partendo dal concetto che l’arte comprenda la totalità della realtà e della vita sulla terra Manzoni realizza lo stesso anno, durante un soggiorno a Herning in Danimarca, la Base del mondo, una “base magica” in ferro che, come dichiara l’incisione capovolta sulla stessa base, “Socle du monde”, sostiene il mondo intero. Continua a lavorare agli Achromes e nel 1962 partecipa con il gruppo Zero alla mostra “Nul” allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Piero Manzoni muore per infarto nel suo studio di Milano il 6 febbraio 1963, lasciando una significativa produzione artistica, che costituisce un punto di riferimento imprescindibile, soprattutto per gli artisti concettuali e dell’Arte Povera.
Nella foto: Piero Manzoni durante le riprese del cortometraggio sulle Uova scultura, presso lo studio del Filmgiornale SEDI, Milano, 1960. (Foto Giuseppe Bellone, © Fondazione Piero Manzoni, Milano)