Giuseppe Gallo nasce nel 1954 a Rogliano nella provincia di Cosenza. Figlio di un pittore-restauratore, frequenta il liceo scientifico iscrivendosi poi alla facoltà di Architettura. Si trasferisce a Roma nel 1976, dove, nello stesso anno, alla Galleria Ferro di Cavallo, tiene la sua prima personale cui segue, l'anno successivo presso La Stanza, la presentazione di "Giambellino", un'installazione che non manca di suscitare dibattiti per il carattere di critica verso alcune forme di commercializzazione dell'arte contemporanea. La ricerca giovanile di Gallo, non priva di risvolti concettuali, prosegue con la personale del 1979 alla Galleria Luigi Deambrogi, la sua prima a Milano, in cui espone un unico lavoro articolato in tre diversi interventi: un piccolo olio raffigurante una donna dal volto incappucciato sospesa in equilibrio, una parete dipinta in blu e modificata in un angolo, una grande tela, anch'essa blu, tenuta in bilico da una piccola sfera. In questo periodo prende studio assieme a Nunzio nell'ex pastificio Cerere in via degli Ausoni, destinato a divenire il punto di riferimento per un'intera generazione di artisti - in particolare Ceccobelli, Dessì, Pizzi Cannella, Tirelli - accomunati dal recupero di tecniche e contenuti derivati in parte dalla tradizione, sebbene rivisitati in chiave assolutamente moderna. Tra costoro Gallo emerge per un ricorso più esplicito e insistito alla figurazione, sia pure sotto forma di frammento o citazione al passato. Il suo linguaggio, estremamente colto nella trama di rimandi e nella creazione di un cifrario simbolico imperniato su elementi iconografici ricorrenti, accosta tra loro forme geometriche e minuziosi dettagli figurativi su sfondi solitamente astratti.
Con altri artisti romani, quali Bianchi, Ceccobelli e Dessì, condivide uno spirito di aggregazione sollecitato dalla comune collaborazione con la Galleria Ferranti di Roma e rinsaldato in occasione di alcune iniziative, prima fra tutte la mostra al Groninger Museum nel 1981 e Ateliers a cura di Achille Bonito Oliva. Presente sulla scena internazionale già dal 1979, quando figura in Europa 79 a Stoccarda, approda a New York nel 1983 partecipando a una collettiva presso Annina Nosei Gallery e figurando nel 1986 con una mostra personale da Sperone Westwater. L'anno successivo espone a Venice presso L.A. Louver e a Tokyo negli spazi di Akira Ikeda. Tra le rassegne internazionali cui partecipa in questo periodo si segnalano la Biennale di Parigi e L'Italie aujourd'hui / Italia oggi a Nizza, entrambe nel 1985, Los nuevos romanos a Madrid nel 1989 e l'anno seguente Pharmakon '90 a Tokyo. Del 1986 è l'esordio di Giuseppe Gallo alla Biennale di Venezia nella sezione Arte e Alchimia, cui segue, nel 1990, l'invito a esporre con una sala personale nel Padiglione Italia. Tra le undici opere riunite per l'occasione, per lo più bronzi di piccole dimensioni affiancati a disegni, spicca la grande scultura Il flauto magico, alta oltre 4 metri, che sancisce la maturazione di un linguaggio sempre più aperto a sperimentazioni plastiche. La componente ironica che costantemente permea il lavoro dell'artista emerge nell'installazione del 1992 alla galleria Edicola Notte a Roma, imperniata sull'accostamento di elementi pregni di rimandi metaforici: una testa di maiale su un tavolo ricoperto da un drappo rosso, con in bocca un piccolo autoritratto su tela, appare al centro della stanza accanto a una parete su cui si staglia, dipinta di nero, un'imponente processione di sagome
Giuseppe Gallo ha partecipato alla Quadriennale di Roma (1986, 1999), nella collettiva Arte italiana. Ultimi quarant'anni. Pittura iconica alla Galleria d'Arte Moderna, Bologna (1997) e a numerose mostre all'estero - tra le più significative Roma interna, Museum Moderner Kunst, Vienna (1991); Concordantiae, Centre Régional d'Art Contemporain Midi-Pyrénées, Tolosa (1992); Minimalia, Palazzo delle Esposizioni, Roma (1998), poi al P.S.1 Contemporary Art Center, New York. La mostra allestita nel 2000 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, insieme alle opere di Antony Gormley e David Hammons, rappresenta un importante ritorno dell'artista in uno spazio pubblico romano. Fondamentali nel suo percorso espositivo sono le personali tenutesi a Rende (2001) e a Spoleto (2004). La prima offre un'approfondita panoramica di oltre venticinque anni di attività artistica, l'altra rappresenta la prima antologica interamente dedicata alla scultura. La mostra antologica al MACRO di Roma nell'inverno 2007-2008, curata da Danilo Eccher, conferma la centralità della sua personalità nel panorama artistico italiano contemporaneo. La mostra, poi trasferita alla Kunsthalle di Mannheim nell'estate del 2008, è stata in parte riproposta al Musée d'Art Moderne de Saint-Étienne nel maggio 2009. Tra il 2009 e il 2010 Gallo ha partecipato a numerose collettive in importanti musei italiani e spazi pubblici come Italia Contemporanea. Officina San Lorenzo, MART, Rovereto; Gli anni 80. Una prospettiva italiana, Arengario e Serrone di Villa Reale, Monza; Resta seduto: stai al tuo posto, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino. Dell'inverno 2022-2023 è la personale al Mart di Rovereto Giuseppe Gallo. Michelangelo sogna Brancusi, curata da Denis Isaia.