Giovanni Frangi nasce a Milano il 12 maggio 1959. Inizia a dipingere molto giovane. Dopo un cursus regolare di studi (si diploma all'Accademia di Brera nel 1982) espone in una collettiva alla Rotonda di via Besana a Milano nel 1982. Del 1983 è la sua prima personale alla Galleria La Bussola di Torino. Seguono altre personali alla Galleria Bergamini, Milano (1986), presentato in catalogo da Achille Bonito Oliva, e alla Galleria Poggiali e Forconi, Firenze (1987) dove tornerà a figurare con altre sue mostre (1992, 1997). Nel 1992, grazie al premio ottenuto alla XII Quadriennale di Roma, espone nella Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati in Montecitorio il ciclo La fuga di Renzo: un complesso di tele disposte sui quattro lati dell'ambiente, secondo una scansione regolare dello spazio. Il ciclo narra di un viaggio ideale nella laguna, partendo da un porto, al tramonto, per arrivare in piena notte davanti a un impianto industriale illuminato dalla luna. Per la prima volta Giovanni Frangi concepisce una mostra non come un insieme di opere singole, ma come un progetto unitario: è l'inizio della collaborazione con Giovanni Agosti. Nel 1997 una mostra antologica a Palazzo Sarcinelli a Conegliano offre una panoramica sul lavoro sino ad allora svolto dall'artista, attraverso settantacinque dipinti realizzati fra il 1986 e il 1996, imperniati in gran parte sul tema del paesaggio, e in particolare sulla rappresentazione di tangenziali e svincoli autostradali. Del 1999 è Il richiamo della foresta al Palazzo delle Stelline di Milano: tredici tele posate a terra, sorrette da supporti di ferro, come fossero quinte di teatro, tra le quali è possibile avventurarsi, avvertendo il mutare delle stagioni. Sempre nel 1999 alla Biennale del Teatro di Venezia debutta Zio Vanja di Cechov con la regia di Federico Tiezzi: il sipario – ancora una volta un bosco – è opera di Giovanni Frangi.
Nel frattempo numerose sono state le sue presenze in galleria straniere: Galerie du Banneret, Berna (1990, 1992); Medici Gallery, Carmel in California (1994); Bourbon Street Gallery, New Orleans (1995); Contemporary Art Center, Schalkwijk vicino a Utrecht (1999); Kwai Fung Hin Art Gallery, Hong Kong (1999); Brookings Gallery, San Francisco (2000); Ruth Bachofner Gallery, Santa Monica, in California (2001). Il rapporto con la Galleria dello Scudo inizia nel 2000 con la personale Viaggio in Italia, ispirato a immagini suggestive dei luoghi più caratteristici del paesaggio italiano. Riprende inoltre il suo impegno nell'arte grafica. Nel 2004 nella Scuderia Grande di Villa Menafoglio Litta Panza a Biumo Superiore, alle porte di Varese, prende vita Nobu at Elba, un'installazione composta da quattro grandissime tele dipinte, per complessivi quaranta metri, e da una ventina di sculture in gommapiuma bruciata, su cui si proietta la luce a intervalli regolari, nell'intenzione di rendere un'emozione analoga a quella che si prova di notte vicino a un corso d'acqua, in un ambiente disabitato. Segue nell’inverno 2004-2005 la personale Take-off alla Galleria dello Scudo, a cura di Lóránd Hegyi e Demetrio Paparoni. Negli anni seguenti numerose sono le personali di Giovanni Frangi in spazi pubblici: Pasadena, Galleria d'Arte Moderna, Udine (2008); Giardini pubblici, MART, Rovereto (2010); Divina-Wallpaper, Palazzo Credito Bergamasco, Bergamo (2010); Straziante, meravigliosa bellezza del creato, Villa Manin, Passariano di Codroipo, Udine (2011); Sherazade, Museo Nazionale di San Matteo, Pisa (2013); Mollate le vele. Uno stendardo per Jonas, MAXXI, Roma (2014); Alles ist Blatt, Orto Botanico, Padova (2014); Usodimare, CAMeC, La Spezia (2016). Da segnalare, inoltre, la sua presenza alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte. La Biennale di Venezia, Padiglione Italia (2011).