Amedeo Modigliani nasce a Livorno nel 1884. Nel 1898, nella sua città, inizia a frequentare la scuola di pittura di Guglielmo Micheli, allievo del Fattori, dopo aver abbandonato gli studi liceali a causa di una malattia polmonare che, per una ricaduta, lo porta nel 1901 a far convalescenza nel sud Italia. Nel 1902 si iscrive all'Accademia di Belle Arti a Firenze, frequentando le lezioni di Fattori alla Scuola Libera del Nudo e dividendo lo studio con Oscar Ghiglia, insieme al quale partecipa alla vita artistica della città con Costetti, Gemignani, Lloyd, Sacchetti, Andreotti; nel 1903 si trasferisce all'Accademia di Venezia.
Come Alfredo Müller e altri pittori livornesi del suo tempo cerca di superare l'ormai stanca eredità macchiaiola interessandosi alle novità delle Secessioni e allontanandosi dalla città d'origine, finché nel 1906 approda a Parigi, dove, pur venendo a conoscenza dei fauves e del Cubismo, dell'arte giapponese e della pittura di Klimt e Toulouse-Lautrec, si accosta particolarmente alla lezione di Cézanne, (Mendicante di Livorno, e Violoncellista, 1909-1910).
Nel 1907 incontra Paul Alexandre, che acquista alcuni suoi quadri e gli procura un atelier. Entra a far parte della Société des Artistes Independants e inizia a esporre: cinque oli e un disegno al Salon del 1908, sei dipinti al Salon des Indèpendants nel 1910, e al Salon d'Automne del 1912 – dove figurano anche de Chirico, Arturo Martini e Gino Rossi – sette sculture (Têtes). Nel 1909, infatti, Alexandre lo ha presentato a Brancusi, che gli fa conoscere l'art nègre e lo inizia alla scultura, a cui si dedicherà fino al 1913. In questa fase, oltre all'arte negra è di certo importante lo studio dell'arte egizia al Louvre.
Nel 1914 Amedeo Modigliani incontra la poetessa inglese Beatrice Hastings, che per due anni sarà la sua compagna, e Paul Guillaume, suo mercante ritratto in un famoso dipinto del 1916 ora alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Milano. Riprende a dipingere, attraversando una fase sperimentale alla Seurat, evidente nei ritratti di Diego Rivera e Frank Havilland. Si accosta quindi al neoclassicismo picassiano ma dal 1915, attraverso l'influsso della linea dell'Art Nouveau e col riaffiorare del suo interesse per il Trecento e Quattrocento italiano, matura uno stile ormai libero da sollecitazioni culturali, volto alla ricerca di una forma limpida e di una profonda sensibilità per il colore che gli deriva dalla conoscenza della pittura toscana.
Dopo un breve rapporto di lavoro con Guillaume Chéron, nel 1916 Amedeo Modigliani inizia a collaborare con Lèopold Zborowski, che in qualità di amico e mercante diviene un punto di riferimento importante nella sua disperata esistenza: nel dicembre del 1917, grazie al poeta e gallerista di origini polacche, tiene infatti la sua prima personale alla Galerie Berthe Weill, conclusasi senza alcuna vendita dopo aver ritirato dalle vetrine i suoi nudi considerati dal pubblico scandalosi. Seguirà nel 1919 una seconda e più fortunata mostra a Londra, anch’essa organizzata da Zborowski.
Alla fine del 1917 Amedeo Modigliani inizia una relazione con la giovane Jeanne Hébouterne, con la quale si reca nel 1918 a Nizza e a Cannes a causa delle sue precarie condizioni di salute. Qui nel 1919 nacque la figlia Jeanne, che per tutta la vita si dedicherà alla catalogazione dell'opera del padre. Amedeo Modigliani muore a Parigi nel 1920, proprio quando la sua arte inizia a incontrare il favore del pubblico.