Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico, nasce ad Atene nel 1891, terzo figlio dell'ingegnere ferroviario Evaristo de Chirico e Gemma Cervetto, fratello del pittore Giorgio de Chirico e di Adele, primogenita, morta nel 1891. Studia pianoforte e composizione al conservatorio della sua città natale, dove si diplomò a pieni voti nel 1903.
Vive gli anni dell'infanzia in Grecia, poi alla morte del padre, nel 1905, si trasferisce con la madre e il fratello Giorgio a Monaco di Baviera. Nel 1909 è a Milano, dove, secondo la testimonianza del fratello, Alberto Savinio già si dedica alla pittura e al disegno. Quindi nel 1910 si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con gli intellettuali che gravitano intorno alla figura di Guillaume Apollinaire. Dall'inizio del 1914 si presenta con lo pseudonimo di Alberto Savinio, pubblicando Les chants de la mi-mort nel numero 3 (giugno/agosto 1914) della rivista “Les Soirées de Paris”.
Nel 1915 rientra in Italia insieme al fratello Giorgio. Entrambi soggiornano a Firenze e, arruolati nell'esercito italiano, vengono destinati al 27º reggimento di fanteria a Ferrara, dove hanno già un contatto con il circolo artistico di Filippo de Pisis e Carlo Carrà. Nel 1916 per sottrarsi all'isolamento e alla noia della vita militare infittisce i rapporti con Giovanni Papini e Ardengo Soffici e inizia a collaborare a "La Voce" di Giuseppe De Robertis, dove appaiono a puntate i primi capitoli di Hermaphrodito.
Dopo la fine della prima guerra mondiale viene trasferito a Milano e dal 1923 si stabilisce a Roma, dove già ha pubblicato testi teoretici e narrativi, soprattutto in riviste come "Valori plastici" e "La Ronda". Nel 1924 è tra i fondatori della "Compagnia del Teatro dell'Arte", diretta da Luigi Pirandello, per la quale scrive (senza metterlo in scena) Capitano Ulisse.
Nel 1926 Alberto Savinio torna per la seconda volta a Parigi dove si stabilisce insieme all’attrice drammatica Maria Morino, divenuta nel frattempo sua moglie. È un periodo particolarmente intenso per l’artista. Nel 1927 ha una mostra personale alla Galerie Jacques Bernheim a Parigi, presentato in catalogo da Jean Cocteau. In questo periodo che conosce il critico Waldemar George, con cui instaura un proficuo rapporto culturale; intensifica il suo rapporto con il mercante Léonce Rosenberg e con il mondo legato ai surrealisti francesi.
Negli anni ’30 inizia a esporre in Italia e all'estero, partecipando alle Biennali veneziane e alle Quadriennali romane. In questi anni, pur risentendo del linguaggio formale del fratello Giorgio, Alberto Savinio ne accentua la portata simbolica, evocativa e letteraria, mentre tecnicamente si distingue per una pennellata più filamentosa e per l'uso di un chiaro-scuro più sfumato. I suoi dipinti, spesso popolati da esseri immaginari, si arricchiscono progressivamente di una sempre meno velata ironia e di una capacità visionaria che è comunque il prodotto di uno spirito inquieto nutrito da una cultura anch'essa polimorfa e continuamente alimentata da esperienze e contaminazioni differenti. Nel 1938, André Breton include Alberto Savinio, unico italiano, nell'Anthologie de l'humour noir.
Nel 1940 espone a Milano alla Galleria Il Milione e negli anni successivi si dedica prevalentemente alla grafica; è appunto con disegni che allestirà nel 1943 una personale alla Galleria dello Zodiaco di Roma; e poi nel 1945 alla Galleria della Margherita. Nel 1954 gli viene dedicata una retrospettiva alla Biennale con presentazione in catalogo di Libero De Libero.
Nel 1952 cura regia, allestimento e costumi per l'Armida di Rossini al Maggio Musicale Fiorentino, con Maria Callas. Come giornalista collabora a vari quotidiani e riviste; come musicista ai balletti Perseo, La morte di Niobe, Balletto delle stagioni. Di Alberto Savinio scrittore resta un notevole corpo di opere: saggi, ricordi autobiografici e romanzi, molti dei quali ispirati al mondo dell'arte, e tra cui vale almeno la pena di citare Narrate uomini la vostra storia del 1942. Nel 1955, poco dopo la sua morte, gli viene dedicata una mostra retrospettiva nell'ambito della VII Quadriennale di Roma curata dal fratello, il pittore Giorgio de Chirico.